Prendiamo spunto dal post del nostro Direttore Marketing, che ha posto un quesito stimolante su come formare l’intelligenza artificiale.
Il tema dell’addestramento dell’IA per metterla in grado di riconoscere e gestire situazioni ambigue in modo etico ed efficace è estremamente complesso, ma è necessario scegliere le strategie adeguate per dare risposte coerenti rispetto alla complessità dei temi e alle loro sfaccettature.
Solo per fare alcuni esempi non esaustivi, ecco alcune possibili strade che in Piazza Copernico adottiamo da tempo, e che dovrebbero diventare una buona pratica, soprattutto ma non solo in campo educativo e formativo:
- Addestramento alla formulazione di domande chiare: addestrare l’IA a porre domande specifiche per ottenere chiarimenti in situazioni ambigue, predisponendo strumenti in grado non solo di rispondere sul contenuto ma di adeguarsi alle esigenze di apprendimento individuali, nonché utilizzando le buone prassi di instructional design.
- Contesto e apprendimento supervisionato: fornire all’IA contesti diversi e insegnare a riconoscere e gestire l’ambiguità attraverso un apprendimento supervisionato e modelli di interazione che adottando il prompt tuning possano essere efficaci rispetto alle esigenze individuali.
- Sfruttare il ragionamento probabilistico per offrire diversi piani e percorsi di approfondimento: garantire la rappresentazione del dominio di conoscenza collegato alla domanda e non solamente offrire la risposta più popolare.
- Metriche NLP: è importante adottare metriche di controllo della generazione sia dal punto di vista puntuale della correttezza e pertinenza della risposta sia dal punto di vista formale del linguaggio utilizzato, con particolare riferimento alla lingua italiana.