È possibile migliorare l’esperienza d’aula? Sì, ma solo se sai come.

E-learning in aula oggi. Alla luce delle esperienze degli ultimi anni, un dato fortemente riscontrabile è che l’apprendimento in aula con supporto di tecnologie e-learning risulta assai utile soprattutto in tema di materie tecniche rispetto alle forme di formazione frontale più tradizionali.

Non si parla ovviamente di slide proiettate cariche di testo, davanti alle quali il partecipante può perdersi, o peggio, annoiarsi. In questo caso ben poche tracce degli argomenti trattati rimarranno in mente.
E nemmeno stiamo parlando di Blended Learning, mix di lezioni in aula tradizionale con integrazioni e percorsi formativi disponibili online, dove reale e virtuale si mescolano.

Parliamo invece della tecnologia che può essere “migliorativa”, una volta messa al servizio dell’aula.

Per esempio le esercitazioni, che rappresentano un valido strumento per testare la preparazione e scoprire eventuali aree di miglioramento, possono sfruttare al meglio la tecnologia. Se attraverso il digitale l’esercitazione in aula viene calata in un contesto realistico, improntata su simulazioni reali, il lato collaborativo è evidente, e c’è molto più coinvolgimento da parte del discente  (sviluppo competenze trasversali, team working ecc.).  Ancora, c’è molta più interazione, sia in senso digitale che col formatore.

 

Le lezioni tradizionali in aula oggi non funzionano più? Non è così.

 

Le generalizzazioni sono di solito imprecise, anche se spesso rassicuranti. È ancora bello pensare che il coinvolgimento debba partire dai docenti, che hanno il non semplicissimo compito di stimolare interesse e compartecipazione dei discenti.

Nulla di sbagliato nelle lezioni tradizionali, questo va detto a chiare lettere. Ma se ci fosse presentata l’occasione di rendere il tutto più dinamico e coinvolgente?

Calcando un po’ le tinte, si potrebbe dire che il walkman si è evoluto fino ai servizi di streaming on demand. Come a dire che le cose devono necessariamente evolversi.

Ma questo non vuol dire che “nuovo” debba necessariamente fare rima con “meglio”.  A titolo di esempio, gli e-book potenzialmente avevano le potenzialità per soppiantare definitivamente il libro cartaceo. Ma non è successo. Stesso dicasi per i quotidiani online. Questo perché è pur vero che la sensazione dello sfogliare un libro o un giornale con le mani per molti è e rimarrà insostituibile.

Perché qualcosa possa dirsi foriero di miglioramento, non deve far sentire la mancanza di ciò che c’era prima.

E soprattutto, devono esserci dei vantaggi percepiti.

L’iniziale reticenza nell’accostare i nuovi strumenti dell’apprendimento digitale a un’esperienza in aula sta venendo meno in favore di un metodo più dinamico e coerente.

In cosa affonda le radici questa reticenza di fronte alle nuove tecnologie? Probabilmente il formatore sente sfiorargli i talloni quella paura che un software intelligente possa in qualche modo imparare a gestire le relazioni e le dinamiche d’aula. Quando in realtà il tutto andrebbe visto come un afferrare con presa ancora più salda le redini dell’insegnamento, poiché la tecnologia rappresenta uno strumento dell’apprendimento e non un risultato.

Infatti, rimane comunque compito dei formatori seguire il partecipante per tutta la durata del percorso formativo.

1) Utilizzi strumenti tecnologici per integrare le tue lezioni in aula? In che modo?

2) Di solito come viene recepito dai partecipanti questo tipo di approccio?

3) Hai riscontrato dei benefit nell’implementazione degli strumenti e-learning?

 

“Al di là di pc e proiettore, al momento io non uso strumenti tecnologici in aula.

Questo perché ritengo di non essere ancora in grado di saper sfruttare le enormi potenzialità di altri strumenti. Sono ancora in una fase di studio e sto cercando di vedere in che modo essi possono aggiungere e supportare il processo formativo.

Vorrei utilizzare questi strumenti al massimo delle loro potenzialità e non solo in sostituzione di carta e penna, né tantomeno per velocizzare delle fasi. I “tempi” all’interno della formazione sono fondamentali, ritengo quindi che uno strumento tecnologico possa ampliare e stimolare i nostri organi di senso e premettere quindi, un apprendimento più ampio e profondo.

Io credo che la tecnologia, attraverso i suoi strumenti, si ponga come la possibilità di aumentare lo spazio attraverso cui possiamo favorire il processo di apprendimento, quindi ben vengano tutti quegli strumenti che permettono questo. Così come un musicista è in grado di suonare il suo strumento, così il formatore deve essere in grado di padroneggiare la tecnologia, altrimenti questa può rappresentare un ostacolo anziché un valore aggiunto.

Ancora, così come gli strumenti musicali, la tecnologia che possiamo utilizzare in un contesto formativo permette di stimolare la creatività e l’operatività del formatore.

Strumenti tecnologici sì, ma senza mai dimenticare che il rapporto di formazione tra formatore e partecipante rimane sempre un rapporto tra persone. La tecnologia può essere utilizzata per arricchire la possibilità di stabilire una relazione ancor più funzionale agli scopi prefissati.

La tecnologia quindi aggiunge e non di certo sostituisce. Arricchisce, aumenta le possibilità di creare un contesto formativo sempre più soddisfacente. Va a toccare aree rispetto alla curiosità del nuovo, al gioco, alla possibilità di esprimersi in maniera diversa; incuriosisce il partecipante e favorisce l’espressione della creatività. Inoltre, l’utilizzo di strumenti ormai entrati nell’uso quotidiano, permette di scoprire una nuova funzione di questi: un tablet, un i-phone ecc permetteranno e daranno la possibilità di nuove forme di interazione e di operatività all’interno di un contesto formativo.

Io credo che come al solito l’introduzione della tecnologia  dipenderà molto dallo stile del formatore. Sarà importante che lui stesso creda nel vantaggio del loro utilizzo, dovrà conoscere bene lo strumento utilizzato e percepire se questo possa favorire una maggiore interazione, comprensione, stimolando la creatività e suscitando curiosità da parte dei partecipanti in aula.

Lo strumento del resto non può vivere di vita propria, ma vive grazie alla persona che lo utilizza, e quindi  rimane il rapporto “one to one” o con più persone, solo che oltre ai canali convenzionali che segnano la relazione, grazie alla tecnologia ho la possibilità di ampliare e di stimolare canali diversi.

La tecnologia non è né paradiso né inferno, la persona invece può esserlo e da questo dovremmo partire.

L’essere umano grazie alla tecnologia può far funzionare al meglio qualsiasi interazione e relazione in cui si trova.

Recentemente ho utilizzato alcuni strumenti all’interno di una formazione in outdoor training. Tablet, cellulare e pc (programmi di montaggio e gestione delle immagini), sono stati utilizzati dai partecipanti per fotografare, filmare, reperire informazioni, e poi montare delle scene e creare degli slide-show, per poi completare l’esercitazione con una presentazione in plenaria del lavoro svolto, utilizzando pc e proiettore.

Questo ha permesso di coinvolgere i partecipanti, stimolando e agendo sulla propria creatività, oltre che accrescere le proprie competenze.

Posso concludere dicendo che al di là dell’innovazione, esistono cose fatte bene e cose fatte male, tenendo sempre conto che le cose fatte bene possono sempre essere fatte meglio e quando la tecnologia può aiutarci in un questo processo di continuo miglioramento, allora: evviva la tecnologia! Ma sempre con un formatore che sia in grado di gestirla per poi utilizzarla al meglio.”

 

L’e-learning non è una soluzione tecnologica ma è un nuovo modo di sviluppare conoscenze  (Edgar Morin)