L’importanza dell’Informal Learning nella formazione aziendale.

Si parla sempre di più nei nostri giorni di lifelong learning,  a sottolineare come il percorso individuale di apprendimento di ognuno di noi interessa l’intero iter della nostra vita e si realizza non solo all’interno delle strutture formali preposte all’istruzione e alla formazione propriamente detta, ma anche e soprattutto nei più diversi ambienti, lavoro, famiglia, amicalità, tempo libero, nei quali ha luogo la nostra azione-relazione, interazione-collaborazione quotidiana con i nostri simili e nei settori più disparati.
Non casualmente un aspetto che interessa da vicino oggi il mondo della formazione aziendale è la grande importanza che è stata rilevata nel processo formativo in quello che possiamo definire infomal learning, accanto e insieme alla formazione strutturata o formale propriamente detta.

 

Per apprendimento informale si intende una categoria di apprendimento che include sia quello mirato che quello incidentale e si verifica in gran parte, al di fuori dell’aula, in contesti istituzionali, nei quali il processo può essere incoraggiato e promosso. Forme interessanti di Informal learning possono nascere tuttavia, in modo spontaneo e estemporaneo, e possono essere osservate anche in contesti sfavorevoli dove questa forma di apprendimento non è istituzionalmente promossa e sostenuta.

La modalità di apprendimento informale, da un altro punto di vista, ha una grande importanza per le acquisizioni a lungo termine, essendo una delle forme di apprendimento più antiche nella nostra esperienza individuale, mantenendo una funzione vitale fin dalla nostra primissima infanzia, e continuando ad esistere, nelle forme più disparate, sostenute e promosse, o non previste e favorite, in tutti gli ambienti sociali e imprenditoriali importanti che incontriamo nella nostra vita successiva.

Se osserviamo da vicino i processi formativi aziendali, può essere utile notare come un modello particolarmente interessante, noto come 70:20:10 (Morgan McCall, Michael M. Lombardo e Robert W. Eichinger), indichi come le acquisizioni formative essenziali in ambito aziendale vanno ripartite in tre categorie essenziali:

70% – processo di apprendimento informale, che avviene sul posto di lavoro, basato sull’esperienza e sulla condivisione di cognizioni, obiettivi, metodi e intuizioni individuali rilevate nel gruppo di lavoro;

 

20% –  processo di apprendimento (informale) mediante coaching e mentoring, sviluppato attraverso la collaborazione diretta con altri colleghi;

 

10% –  processo di apprendimento mediante interventi di formazione formale e corsi strutturati.

All’interno di queste categorie, le prime due voci rappresentano sostanzialmente nient’altro che metodologie di acquisizione informali, le quali finiscono per coprire il 90% del sistema di formazione stessa adottato con successo da aziende affermate e in crescita. Comunicazione informale, coaching, mentoring, relazione di vicinanza e cooperazione, sono i veicoli essenziali della formazione informale.

È stato osservato con attenzione come le aziende che hanno utilizzato nel loro Learning Management System questo modello hanno ottenuto significativi successi nel miglioramento dei processi, nella efficienza aziendale e nella produttività.

Il processo di formazione strutturata rimarrebbe relegato e circoscritto all’aula o al momento specifico dello studio on line se non fosse accompagnato dall’informal learning, che permette di rendere continuo il processo formativo, in piena consapevolezza cosciente delle acquisizioni realizzate. L’informal learning si sviluppa e si diffonde attraverso un continuo scambio circolare di informazioni, competenze, idee, intuizioni che hanno luogo nel lavoro stesso, nelle pause caffè, nelle riunioni di confronto e nelle più disparate forme di interazione e comunicazione tra i membri coinvolti, e così via.

COMUNICAZIONE E APPRENDIMENTO

Per capire meglio nella comunicazione e nell’apprendimento il valore e il potenziale dell’universo informale, può essere utile riflettere sulla complessità del nostro stesso linguaggio, veicolo essenziale dei processi formativi. Esso è basato su due essenziali elementi complementari, linguistico e prelinguistico, rivolti il primo al contenuto della comunicazione, e il secondo alla importantissima e informale funzione della comunicazione stessa, che è la costruzione della relazione tra gli individui che decidono di stabilire tra loro una comunicazione.

Se considerassimo la scoperta del fuoco come la data di ingresso degli ominidi nel mondo propriamente umano, essa risale ad un periodo di un milione e mezzo di anni fa circa. La costruzione di un linguaggio propriamente detto è estremamente più recente, e risale pressappoco ad un periodo che va da centomila anni fa (nascita del linguaggio) a quarantamila anni fa (realizzazione di un linguaggio completo). Dobbiamo pensare ad un nostro periodo di lunghissima convivenza in comunità primitive senza la possibilità di utilizzare quello straordinario strumento che è stato poi per l’uomo il linguaggio, dove l’interazione continua era regolata da forme di comunicazione preverbali, sicuramente rudimentali, ma non prive di una loro efficacia.

Questo fa capire quanto il nostro linguaggio sia ancora estremamente ricco, accanto al contenuto verbale, di tutta una serie di elementi preverbali e paraverbali, legati al tono, allo sguardo, alla mimica facciale e a tutto il linguaggio corporeo, che ne producono il risultato complessivo e complesso.

L’enormità del contenuto verbale, in questa straordinaria costruzione che è il linguaggio, le cui origini rimangono misteriose per molti aspetti, può essere data dall’osservazione di come una lingua estremamente povera strutturalmente e sintatticamente come l’inglese, sia anche la lingua di Shakespeare. Ossia, se pensiamo alle altissime risonanze emozionali e cognitive della realtà umana del grande poeta, dobbiamo necessariamente riconoscere che anche con una lingua strutturalmente limitata si possano ottenere risultati straordinari e impareggiabili sul piano della comunicazione, della conoscenza, della poesia.

Ma questo nulla limita nell’altro grande universo della comunicazione, che è essenzialmente informale ed emozionale, dove gli attori sapienti sanno esprimere con la loro intera corporeità l’altra parte della comunicazione, che è preverbale e dotata di enorme significato parallelo e complementare. Essa esprime la modalità relazionale tra le persone che comunicano. Si può dire ad un collega: ‘sei carino!’ e ottenere un effetto positivo nella relazione. Ma è possibile fare la stessa affermazione in modo sarcastico e allora il significato del messaggio viene totalmente capovolto, sebbene il contenuto della comunicazione rimane perfettamente inalterato.

La relazione nella comunicazione ha una importanza essenziale che influenza direttamente il contenuto del messaggio verbale in modo diretto. La relazione può essere sana e efficace, quando si focalizza sugli obiettivi, i bisogni e il benessere di entrambe le persone coinvolte o dell’intero gruppo in interazione quando ad agire e comunicare è un gruppo, o ‘malata’ e inefficace, quando prevalgono gli interessi dell’individuo su quelli della coppia o del gruppo stesso.

Parallelamente, nella formazione, sia essa aula, sia essa on line, o in forma mista, la formazione strutturata lavora essenzialmente sul contenuto, data l’estrema importanza che assumono i nuovi contenuti di cui si ha bisogno nel lavoro quotidiano per la crescita ed il progresso continuo cui si assiste e di cui si è parte, o per il cambio di campi di osservazione quando ci dedichiamo a nuovi tipi di lavoro, ma è nel team, nel lavoro di gruppo che ha luogo e si sviluppa la formazione informale.

È il gruppo efficace che produce e costruisce la modalità di interazione tra le persone coinvolte, genera e governa il proprio specifico sistema relazionale. Nel gruppo ognuno introduce elementi propri, ne acquisisce nuovi, sviluppando un processo di interscambio continuo che permette il lavoro e la crescita continua del gruppo e delle persone che lo compongono.

La relazione può essere anche qui sana ed efficace o ‘malata’ ed inefficace nella costruzione di prodotti o di servizi, nel perseguire cioè obiettivi prestabiliti. È sana ed efficace nelle aziende che sanno costruire e diffondere una cultura basata sulla coralità dell’azione, sulla condivisione di conoscenze, di competenze e obiettivi da perseguire. Ed è questo l’habitat naturale nel quale si sviluppa coerentemente l’informal learning. Se da un verso esso ha una modalità di crescita spontanea e estemporanea, dall’altro è diversa e tutt’altro che casuale la progettazione e costruzione di habitat ideali nei quali l’informale trova lo spazio che merita.

Il team building nasce e si sviluppa quando riusciamo a riconoscere, in un clima di solidarietà reciproca, la grande importanza che ha per il gruppo la condivisione continua di conoscenze, competenze, obiettivi,  metodologie e idee. Lo scambio di idee, il confronto continuo con gli altri, la diffusione di intuizioni che da patrimonio individuale divengono patrimonio collettivo, sono le lettere essenziali dell’alfabeto informale sano, e producono ricchezze del gruppo. Da questo alfabeto il gruppo in interazione costruisce il proprio discorso.

La condivisione di idee permette di raggiungere obiettivi complessi, dal momento che il gruppo, quando è portatore di questa metodologia relazionale, cessa di essere somma delle parti che lo compongono, e diviene sistema complesso in crescita e interazione continua. La parola idea proviene dall’etimo greco idein che vuol dire vedere. Un gruppo che produce idee e le diffonde possiede un proprio modo di vedere il mondo o i problemi che affronta giorno per giorno nel lavoro e impara a risolverli come propria ragion d’essere. Dallo stesso etimo nascono il concetto ed il termine di identità. La nostra identità profonda racchiude al suo interno il nostro modo di vedere il mondo attorno a noi e gli altri e noi stessi; su di essa si stabilisce la nostra relazione col mondo e con le altre persone. Il nostro essere persona si basa sull’identità che sappiamo costruire. Un gruppo efficace possiede una propria identità e stabilisce attorno ad essa la propria relazione con il mondo. Il nostro essere gruppo si basa sulla identità che in gruppo sa porre in essere in un processo di crescita continua.

L’apprendimento formale è la necessità costante propria di tutte le aziende in crescita nel mondo complesso del nostro tempo che propone sistemi di relazione complessi in continua trasformazione e evoluzione. In piena similitudine con quanto avviene per l’individuo, esso stesso sistema complesso, la relazione che l’azienda deve mantenere in modo stabile e in modo tale da poter produrre una crescita continua, avviene su tre livelli: relazione interna ( l’azienda deve saper costruire e produrre sistemi di crescita continua ed efficace per i membri che la compongono, generando benessere e progresso ), relazione esterna  ( l’azienda è in relazione continua complessa con il mercato di cui è parte attiva ), e relazione con i propri simili   (l’azienda deve mantenere un processo complesso di osservazione e interscambio con le altre aziende che possono essere partner o concorrenti).

Ma l’apprendimento formale, come abbiamo visto nel modello 70:20:10 copre una superficie limitata del processo attivato dal Learning Management System. Possiamo considerare l’apprendimento formale come l’innesco delle fiamme che trovano come combustibile  e comburente nell’altra forma di apprendimento, l’informal learning, che, sebbene se ne parli ancora limitatamente e indirettamente, costituisce una parte essenziale del processo formativo nel quale ha invece un ruolo motore di importanza preminente.