metaverso
DEFINIZIONE DI METAVERSO

Non esiste una definizione univoca del metaverso, né coloro che ne parlano sono esattamente d’accordo su che cosa il termine significhi.

Detto grossolanamente, metaverso nel romanzo tetro e distopico di Neal Stephenson Snow Crash, che per primo ne parla, è un mondo virtuale parallelo nel quale i protagonisti (inter)agiscono attraverso degli avatar che li rappresentano.

La parola è poi diventata di tendenza da quando Mark Zuckerberg ha deciso di chiamare la propria azienda Meta e ha pubblicato un filmato in cui spiega il senso di questa decisione: offrire a tutti la possibilità di incontrarsi e comunicare non solo con parole, audio e filmati (come in Facebook e WhatsApp) ma interagendo in una realtà virtuale immersiva.

Si tratta di un ulteriore salto in avanti nell’universo dei media che è in parte passato dalla scrittura alle immagini fino ai video e internet e che ora si appresta ad offrire interazioni immersive in 3d.

REALTA’ PARALLELA

Detto questo, resta sempre piuttosto vago di cosa si tratti.

Possiamo dire che il metaverso si colloca all’incrocio tra 3d, realtà aumentata e internet.

Gli sviluppatori del metaverso creano delle realtà immersive in tre dimensioni, nelle quali gli utenti possono vivere in modo realistico esperienze disparate passando da una all’altra. In questa realtà parallela, si troveranno “mondi” diversi tra loro, come quelli di alcuni giochi immersivi, ma anche shop dove entrare con il proprio avatar ed esperire in modo quasi fisico rispettivamente i mondi e i prodotti proposti.

Se questi mondi saranno sviluppati, potremo passare da un’avventura nell’antica Roma a un’esperienza con un paio di sci a un viaggio interstellare.

APPLICAZIONI DEL METAVERSO IN CAMPO FORMATIVO

Tra le applicazioni più promettenti ci sono quelle che riguardano la formazione e l’education: provate a immaginare di studiare la biologia in una realtà immersiva dove è possibile, che so, camminare tra diversi organismi, prenderli virtualmente in mano e avere tutte le informazioni su di loro e su come interagiscono. O studiare geografia viaggiando, se pur virtualmente, da un paese all’altro.

Questi mondi ovviamente dovrebbero essere collegati tra di loro, in modo che l’utente possa passare da uno all’altro e incontrare/invitare i propri amici, un po’ come passiamo da un sito internet ad un altro e da una chat ad un’altra.

Gli sviluppatori d’altro canto sono invogliati a sviluppare nuovi ambienti dalla possibilità di esporre pubblicità (possibilmente anch’esse immersive), e/o di far pagare una fee di ingresso.

IL METAVERSO AD OGGI

Tutto molto cool, almeno apparentemente.

Ma al momento cosa esiste di tutto ciò?

Sicuramente esistono dei giochi 3d molto immersivi con miliardi di giocatori. Si stima infatti che i primi 10 game in mondi paralleli 3d siano utilizzati da oltre 2 miliardi di accounts, e in alcuni di essi si possono acquistare beni usando criptovalute; beni spesso virtuali, come un vestito per il mio avatar o una proprietà “immobiliare” nel mondo virtuale spesso rappresentata da un NFT (Non Fungible Token).

I giochi più diffusi oltre a Second Life, sono Fortnite, Roblox, Crossfire, Battlegrounds, Dungeon Fighter, Minecraft. Questi giochi si basano tutti su motori software 3d e di conseguenza si sono affermate sul mercato anche aziende specializzate nello sviluppo di questi motori come Unreal Engines e Unity che sono valutate decine di miliardi di dollari.

I giochi possono essere considerati come i primi mattoni costitutivi del metaverso, ma ne mancano ancora molti altri e, soprattutto, mancano il tessuto connettivo e l’interoperabilità che mi permetterebbero di passare da uno all’altro senza soluzione di continuità.

Per Meta e Zuckerberg questo non è un problema in quanto il CEO di Meta mira a costruire un metaverso chiuso e uguale per tutti dove l’unico mondo accessibile è quello costruito sulla propria piattaforma.

Possiamo quindi dire che al momento non esiste un vero metaverso, ma ne esistono solo possibili embrioni, sia in termini di prodotti che di tecnologie. Non esiste, nel mezzo di tutte le chiacchiere e la hype su di esso, nemmeno un’idea chiara e cosa dovrebbe essere e di cosa sarà nel futuro.

Il metaverso come possiamo vagamente intuirlo adesso sembra più un mondo distopico, nel quale i “cinque problemi veramente importanti della internet mobile che non abbiamo ancora risolto: diritti sui dati, sicurezza dei dati, radicalizzazione, disinformazione e potere delle piattaforme verranno esacerbati”. Infatti, come sostiene sempre Matthew Ball autore di The Metaverse: And How it Will Revolutionize Everything:

 “Se la premessa fondamentale del metaverso è che passeremo molto più tempo e che lavoreremo di più, ci divertiremo di più e affideremo la nostra salute e le nostre esistenze sempre più a mondi virtuali”, allora per definizione i problemi succitati si amplieranno, poiché la quantità e l’importanza dei dati raccolti salgono.


Ringraziamo per il contributo Paolo Riccardo Felicioli