Quando tra 30 anni leggeremo nei libri di storia gli eventi del 2020, della pandemia, del Coronavirus e degli effetti e cambiamenti che ha imposto o ha generato nel nostro modo di lavorare, di studiare e di comunicare, cosa ci piacerebbe trovare?

È immediato pensare che l’emergenza abbia avuto l’effetto di rendere il digitale e la comunicazione online una necessità, ma anche un’opportunità da cogliere. Che sia per esigenze lavorative, scolastiche, o anche solo per comunicare con parenti lontani o acquistare prodotti necessari, tutti abbiamo sperimentato l’immediatezza dei mezzi digitali.

A questo entusiasmo, però si sono accompagnate anche esperienze non del tutto positive, ad esempio stanchezza per la necessità di riorganizzare il lavoro in spazi, tempi e modalità molto differenti da quelle a cui siamo abituati. Ma ci sono state anche difficoltà di trasportare online metodi didattici consolidati nella relazione scolastica quotidiana, o anche semplicemente ritardi nelle consegne online. Queste situazioni nel chiuso delle nostre abitazioni hanno portato ad un senso di frustrazione, perché era evidente che questi ostacoli pratici ci impedivano di usare al meglio le reali opportunità del digitale.

A fronte di queste esperienze ambivalenti, la centralità innegabile è stata quella dell’elemento “comunicazione”, che è diventata fondamentale per superare il senso di isolamento, ed è divenuta il mezzo effettivo di interazione con il mondo esterno. Anche i bambini e i ragazzi, generazioni di nativi digitali, seppure pronti e con volontà di sperimentare e di fare, hanno trovato in questa comunicazione mediata luci e ombre, necessariamente legate al fatto che abbiamo dovuto “ripensare” all’improvviso la didattica, e imparare a gestire l’apprendimento in modalità diverse e in parte nuove.

Ma come sappiamo la storia viene scritta ogni giorno.

Proviamo a fare un bilancio di cosa abbiamo imparato, e a riassumere come si può rendere la lezione online sempre più efficace.

Non dimentichiamo che quando un docente, formatore o insegnante va online ci sono due possibili rischi:

  • replicare modelli didattici che funzionano in aula / classe (stessa tipologia di comunicazione, materiali utilizzati, tempi, ecc.);
  • effettuare una deriva verso una lecture nel senso di un’esposizione teorica unidirezionale.

 

L’isolamento fisico del docente in uno spazio separato dagli allievi impone delle barriere alla lezione di tipo:

  • Tecnologico: tutti i partecipanti e il docente hanno strumenti adeguati a collegarsi?
  • Informativo: tutti i partecipanti hanno conoscenza dell’organizzazione di una lezione online? Quando collegarsi, dotazione minima, conoscenza degli strumenti?
  • Dinamica d’aula: docente e partecipanti riescono a rispettare il sistema di regole di comportamento adottato per la lezione? Rispetto turni di parola, rispetto dei tempi?
  • Organizzazione didattica: durante la lezione viene rispettata da tutti l’organizzazione didattica data? Il livello di partecipazione è adeguato a permettere lo sviluppo efficace delle attività? Gli obiettivi didattici vengono raggiunti? Gli apprendimenti vengono verificati?

Per valorizzare la distanza e superare la barriera creando un apprendimento significativo è fondamentale riflettere su tre aspetti.

LA DISTANZA IMPONE PIU’ PARTECIPAZIONE         

LA DISTANZA IMPONE TEMPI BREVI MA INTENSIVI

ATTENZIONE E EFFORT COGNITIVO SONO DIVERSI IN AULA E A DISTANZA

Il paradosso dei nostri tempi è la “migrazione” delle lezioni in presenza a lezioni a distanza (con esempi di intere giornate di 8 ore, o gruppi di apprendimento di 15 persone collegate).

La semplice trasposizione porta essenzialmente a due fattori: eccessiva fatica per il partecipante (esigenza di varie pause) e unidirezionalità del momento formativo (passività del partecipante).

#onlinelessonisdifferent

La regola fondante di una lezione online è RESILIENZA. Un formatore o un insegnante può utilizzare le sue competenze didattiche fondamentali anche online. Gli strumenti ci impongono un cambio di approccio, ma le competenze per elicitare l’apprendimento rimangono fondamentali.

Poiché un evento online efficace può avere una durata media di 2 ore (massimo 2 ore e mezza) è necessario ricordare che online i fattori vincenti sono: FOCALIZZAZIONE – PARTECIPAZIONE – FEEDBACK

  • Focalizzazione: ogni lezione online deve trattare un argomento specifico, auto-consistente all’intero di un programma didattico più ampio;
  • Partecipazione: attraverso metodi che promuovono la co-costruzione dell’apprendimento è possibile valorizzare il contributo di ciascuno, nell’ambito di un risultato collettivo;
  • Feedback: garantire un ritorno delle informazioni sul risultato del gruppo e del singolo.

Come fare:

  • Organizzare una scaletta con tempi e contenuti di ogni slot didattico e condividerla con i partecipanti).
  • Monitorare l’avanzamento durante lo svolgimento (anche ricordandogli obiettivi). Il rispetto dei tempi diviene una corresponsabilità tra docente e partecipanti.
  • Monitorare i livelli di partecipazione dei partecipanti
  • Tenere sotto controllo le naturali digressioni e ricondurle nell’ambito degli obiettivi della lezione.

Perché è importante: un bravo docente sa naturalmente fare tutte queste cose con un automatismo ormai consolidato. Ma online, con la riduzione dei feedback comportamentali perché mediati dal computer, si rischia di accentuare la dimensione del controllo verso tempi di dissertazione più lunghi o verso meccanismi di partecipazione rigidi (alzata di mano, chat, ecc.). Avere una griglia di intervento lascia maggiore spazio nell’ambito dello stop a una conduzione collaborativa e condivisa.

Online non è solo una questione di condivisione del proprio schermo o di slide da proiettare.
I materiali, proprio perché costituiscono grande parte della dimensione di apprendimento, devono essere adeguatamente curati. Non è solo una questione estetica.  Il materiale (generalmente a pieno schermo … quindi molto rilevante durante la lezione), assume un ruolo di guida della lezione.
La dimensione curation deve essere intesa come progettazione di quegli spunti didattici, input esercitativi, momenti di circolarità che aiutano il docente a costruire una lezione collaborativa, non guidata solamente dalla voce narrante.

Per questo i materiali devono essere “incompleti”, cioè predisposti in modo che i partecipanti concorrano alla costruzione del significato, e devono contenere esempi, metafore, modelli da commentare.

Perché è importante: attraverso un approccio induttivo il partecipante fa propria la conoscenza attraverso la partecipazione alla sua realizzazione (anche grafico-visiva).

maggiore dal centro teorico della lezione. Una conduzione assertiva, motivante, che sappia dosare i livelli di serietà e ironia, con tempi brevi e agili, una comunicazione “calda e accogliente”, con rinforzi alla partecipazione, favorisce la creazione di un clima di gruppo favorevole all’apprendimento.

Perché è importante: se il gruppo è motivato, la conduzione adeguata permette di massimizzare i risultati e di arricchire il momento formativo.

La circolarità delle informazioni, il monitoraggio dell’apprendimento può avvenire attraverso semplici strumenti (sondaggi istantanei, verifiche in chat, emoji,.) oltre che in audio. La verifica dell’apprendimento dovrebbe essere continua durante tutti gli slot didattici della lezione. La raccolta continua dello stato di partecipazione e comprensione delle attività del gruppo consente a tutti di migliorare il livello di partecipazione all’evento didattico.

Perché è importante: Rappresenta per il docente una sorta di semaforo per accedere allo slot successivo.

Far partecipare significa adottare uno stile di conduzione diverso da quello del docente, verso il tema della facilitazione. La conduzione assertiva, agile e relazionale non deve dimenticare l’esigenza di motivare, ad esempio sostenendo il partecipante con diverse strategie: dalla premialità del feedback diretto, all’assegnazione di un micro-task (es. recap), o alla micro-conduzione di un momento di corso. Vige la regola che più un partecipante è schivo, più ha necessità di strategie di inclusione adeguate al discomfort percepito.

Perché è importante: quanto più i risultati dell’apprendimento saranno condivisi nel gruppo, tanto più nel tempo i partecipanti potranno cooperare meglio al funzionamento della lezione.

In apertura e in chiusura dell’evento didattico è necessario “ancorare” l’esperienza al vissuto personale, al ruolo professionale, al percorso scolastico, per consentire una chiave di lettura che permetta di percepire in modo efficace lo sforzo profuso nella lezione.

Perché è importante: dare senso e significato permette alle persone di percepire maggiormente i risultati raggiunti. Ritualizzare la condivisione del significato permette di creare una storia di apprendimento abituando le persone a valorizzare il proprio impegno nell’accrescimento delle competenze.

Ringraziamo per il contributo DANIELA PELLEGRINI