Uno degli insegnamenti che ci ha lasciato in eredità la pandemia è la necessita di riuscire a immaginare nuove forme di comunicazione e di narrazione.
L’ elemento che era collassato durante quel periodo da dimenticare è stata proprio la comunicazione, generando una cacofonia di informazioni continuamente smentite e un’incapacità di dare informazioni puntuali e corrette al corpo sociale.

GESTIRE LA QUANTITA’ E LA FREQUENZA DI INFORMAZIONI

Durante il seminario di apertura del EFPA Italia Meeting (European Financial Planning Association), che si è svolto a Firenze il 6 e 7 ottobre dell’anno scorso, il Rettore dell’Università IULM Gianni Canova, che è anche Professore ordinario di Storia del cinema e Filmologia, aveva esposto questi interessanti dati.

È stato calcolato che nel Medioevo un uomo medio entrava in contatto con circa 40 immagini “artificiali nel corso della sua vita. Per immagine artificiale si intendono tutti gli artefatti visivi progettati e realizzati per comunicare qualcosa, come il dipinto sulla volta della chiesa, le statue della cattedrale, le prime illustrazioni sui libri a stampa”.

“Oggi lo stesso uomo medio entra in contatto con più o meno 600.000 immagini “artificiali” al giorno. Cosa possiamo farcene di tutte queste immagini e informazioni?“

In pratica in un arco di tempo relativamente breve per la dimensione umana, pochi secoli, il nostro apparato percettivo ha subito una mutazione di proporzioni colossali, i cui effetti oltretutto sono ancora tutti da capire.

Le difficoltà odierne relative alla comunicazione sono quindi dovute essenzialmente al fatto che è sensibilmente aumentata non solo la quantità di informazioni, ma anche la velocità con cui arrivano al nostro terminale percettivo e le diverse modalità con cui le gestiamo.

COMUNICAZIONE DIGITALE EFFICACE

Va da sé che il digitale può essere di grande aiuto nella creazione di un nuovo stile di narrazione perché, se gestito in modo corretto, permette una comunicazione veramente efficace.

Ma per essere efficace ci devono essere elementi che non vanno sottovalutati. Per esempio occorre sempre ricordare che ci sono dei messaggi che non derivano solo da quello che sto dicendo, ma da come lo sto dicendo, dal ritmo che sto usando, dalla capacità di modulare la voce, dalla prossemica e da come muovo le mani.

Nella relazione instaurata in un mondo digitale, esattamente come in quella nel mondo reale, si deve tener conto di tutti questi elementi per non perdere autenticità e credibilità.