Nato a Pavia nel 1501 e morto a Roma nel 1576, una vita lunghissima per quel tempo, soprattutto se pensiamo che sua madre mentre era incinta fece di tutto per procurarsi un aborto e che praticamente era nato morto, riportato in vita miracolosamente dalla levatrice grazie a un bagno con frizioni vigorose nel vino (sic!).

In gioventù studia legge e medicina all’università di Pavia e accompagna il padre avvocato nelle sue visite, incontrando persone di immenso valore, come Leonardo da Vinci.

Cardano è astrologo, medico, matematico, ingegnere, giocatore d’azzardo, filosofo, mago, inventore.

La versatilità è abbastanza comune per i tempi, ma Cardano, a differenza di altri contemporanei altrettanto versatili, ci lascia in eredità invenzioni e scoperte che sono ancora oggi pienamente in uso, e delle intuizioni scientifiche che stupiscono per la loro portata avveniristica.

Cardano conosce momenti di fama e di ricchezza nella sua vita, legati soprattutto alle sue capacità mediche e di astrologo e indovino – doti che lo portano in giro per l’Europa a curare vescovi e nobili, forse anche il re d’Inghilterra, del quale compila certamente l’oroscopo. Ma vive anche momenti di sconforto e di povertà dovuti alle sue vicende famigliari, al suo pessimo carattere e al suo comportamento non sempre deontologicamente corretto, che lo metteranno in conflitto con i suoi colleghi e infine anche con l’inquisizione, che non gli perdonerà, tra le altre cose, di aver scritto un oroscopo di Gesù.

Cardano è probabilmente il più geniale cialtrone di tutti i tempi, nella sua mente convivono razionalità e magia, precisione matematica e astrologia. Ma crede veramente a magia e astrologia? Probabilmente molto poco, ma ha capito che, visto che la maggioranza dei suoi contemporanei ci crede, ci si può campare, e anche piuttosto bene.

Cardano inventa (o riscopre) il giunto che porta il suo nome, che trasforma il piano del moto da verticale a orizzontale o viceversa. Il giunto cardanico muove ancora oggi le nostre automobili, oltre ai mulini, alle pale eoliche e a tante altre cose.

A Cardano dobbiamo anche la sospensione cardanica, che trova tra l’altro applicazione nelle bussole nautiche, mantenendole ferme nel caso la barca ondeggi. Anche questo meccanismo è tuttora in uso.

Ma il meglio di sé Cardano lo dà senza dubbio in matematica: contribuisce alla formula di risoluzione delle equazioni cubiche e quartiche ed è il precursore riconosciuto della teoria delle probabilità (che verrà poi sviluppata da Pascal e Fermat), cui Gerolamo ventenne pensa mentre si aggira tra una taverna e l’altra di Pavia, città dove studia medicina.

Vincere al gioco è l’unico modo che ha di sbarcare il lunario e il calcolo probabilistico lo aiuta.

Qualche anno dopo scopre (o inventa) i numeri immaginari e quelli complessi che sono alla base della matematica della fisica quantistica (compaiono nell’equazione di Shroedinger, che descrive l’evoluzione di un sistema quantistico) e di molte tecnologie elettroniche.

Un numero immaginario i ha la forma x=√-1 o x₂=-1, e viene chiamato i. L’unità immaginaria i, che non è un numero reale, ha per l’appunto la proprietà di essere uguale alla radice quadrata di -1 . Dall’unione di i con i numeri reali si generano i numeri complessi. E proprio grazie ai numeri complessi che Gerolamo sviluppa la soluzione delle equazioni di terzo e quarto grado.

In realtà parte della soluzione viene comunicata a Cardano da Nicolò Tartaglia (altro personaggio alquanto pittoresco) con la promessa di non divulgarla. Gerolamo invece sviluppa in pieno la formula della soluzione e la pubblica nella sua opera Ars Magna. Ne nasce una polemica burrascosa che avrà come epilogo l’arresto di Cardano da parte dell’Inquisizione, di cui Tartaglia è buon amico e confidente.

Cardano è anche un precursore della scrittura braille in quanto è tra i primi a pensare a un sistema di lettura tattile e al modo di realizzarlo, anche se il suo approccio è ancora analogico.

Non sono peraltro trascurabili anche i suoi contributi alla crittografia.


Si ringrazia per il contributo Paolo Riccardo Felicioli